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Rosario Salvatore Di Modica
Le sue 160 poesie
"rendez- vous"
È nostro il mondo ed è disabitato,
vuoto di gente, intenti e di speranze;
e vuoti pure noi e disillusi,
ma follemente immersi nel peccato,
intrecciando le dita in folli danze,
nudi, abbracciati, gli occhi semichiusi
ad
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Odo distinti i cori ed i sussurri
delle genziane azzurre; le corolle,
fragili imbuti colmi di rugiada
vibrano piano al vento di ponente.
Volgo lo sguardo a manca, verso il mare.
Salmastre tamerici, sulla rena,
sudano gocce chiare come
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Un dì, se non venisse meno il senno
negatomi il balocco tanto ardente,
Madonna Caterina, un vostro cenno
aspetta il triste amante e una risposta:
dov’è il futuro se non c’è il presente?
Raccapricciante, rugginosa rosta,
infissa nelle carni
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Di gente ne conosco forse troppa,
e di ogni tipo, il santo e pure il losco;
c’è chi sta fermo e chi col vento in poppa;
c’è pure chi galoppa col pensiero
e taglia e cuce, strappa e poi rattoppa;
ma non li ascolto, non ne fò mistero.
Sarò
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Solàre la mia donna, anzi radiosa;
con quel suo fare lieve e frizzantino,
col ridere soave ed argentino
la vita rende sapida e gustosa.
Sempre accondiscendente, mai lagnosa,
mi arde come un ceppo nel camino
che lévati Afrodite. Me meschino,
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Se mai qualcuno me l’avesse detto
che sarei stato ladro per amore:
a me, uomo probissimo e dottore!
Avrei risposto: "non te lo permetto!"
Ma fu siccome fu. Quel fazzoletto
intriso di rossetto e del tuo odore
per me valeva più del mio onore:
lo
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Nel tempo che una foglia cade e muore
dall’albero che a lungo l’ha nutrita,
nell’attimo che Zéfiro l’odore
di quella foglia, che oramai appassita,
mischiandolo confonde al petricóre,
nel battito di ciglia in cui la vita
che è frutto e
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Giovanni oppure Giacomo o Giasone:
il vortice di amori e tradimenti,
la voluttà, ha epiloghi cruenti;
virtù suprema è la moderazione.
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Abbandonato, solo, vecchio e stanco
riposo sulla poppa, sconsolato,
di questa nave Argo che ebbi in sorte.
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Nei giorni dell’allarme
ti scrivo questo carme;
ché in fondo cosa importa
sia lunga oppure corta:
la vita va vissuta
fra lacrime e risate,
scucita e ritessuta:
purché trascorsa fra le braccia amate.
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Risuona fra la gente
e sempre più
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Lasciateci da soli: fuori tutti!
Ascolta, Fra’ Giordano, ciò che dico:
non voglio avere in capo ancora lutti,
ti parlerò pertanto come amico.
Conosco la tua vita sin da quando
nascesti in quel di Nola, borgo antico,
Filippo fu il il tuo
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L’ amore alla rovescia è solo un gioco.
Un infinito chiuso in un istante,
o l’ultimo gradino di una scala;
qualcosa che ti brucia, come un brivido
nel cuore reso immoto da quel livido,
un frinire assordante di cicala
nell’immobilità sì
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Non ero neanche nato e lo sapevo
che già nascendo presto sarei morto;
ma non capivo quanto avessi torto,
e pure essendo nato, non vivevo.
Chi subito all’arrivo, chi longevo;
é meglio un viaggio lungo oppure corto?
La morte è una iattura o un
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Socchiusa, la finestra lascia entrare
dell’alba i suoi colori di rubino,
nell’aria tutto un volo ed un cantare
che annuncia quel risveglio mattutino
di una natura provvida e gioiosa;
e al ticchettio allegro ed argentino
di gocce di rugiada su
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Madonna Caterina, sono sotto!
Affacciati al balcone e mi vedrai;
sapessi come sogno il tuo capello,
d’accarezzare a lungo la tua pelle!
Di cotte e crude ed anche delle belle,
ne faccio per vederti! Ora affastello
un po’ di legna, e quando mi
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Mi piace, ricordare. E quante sono,
rinchiuse come in una cassaforte
le immagini, i fantasmi del passato,
che sbucano quando apro lo sportello;
nitidi, alcuni, ed altri un acquerello
sbiadito dalle lacrime. Ho celato
lontano dalla vista, ben
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